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Qui potrai venire a conoscenza delle ultime novità che riguardano la Justlex Golf Cup
30-12-2017
Justlex è lo sponsor principale del primo torneo di golf in Lussemburgo – detto “Justlex Golf Cup” – organizzato dalla comunità italiana, aperto a tutti i golfisti e non, senza badare alla loro nazionalità.
Le date del torneo sono le seguenti:
Primo turno il 26 aprile 2018 presso il GOLF DE LUXEMBOURG, Junglinster, ore 18.00;
Secondo turno il 31 maggio 2018 presso il KIKUOKA COUNTRY CLUB, Canach, ore 18.00;
Terzo turno il 28 giugno 2018 al GOLF DE LUXEMBOURG Junglinster, ore 18.00;
Quarto turno il 13 settembre presso il KIKUOKA COUNTRY CLUB, Canach, ore 18.00.
18-09-2022
Quest’anno si è conclusa la quinta edizione della Justlex Golf Cup, che ha portato momenti sportivi, conviviali e tante vittorie. In quest’occasione desideriamo ringraziare tutti coloro che, partecipando fedelmente in tutti questi anni, hanno reso l’evento non solo possibile ma anche un autentico, testimoniato anche dai vostri numeri, passati dai 29 partecipanti nel 2018, ai 67 partecipanti del 2022
Come al solito, tutti i partecipanti e gli interessati possono trovare i punteggi allegati in fondo questa pagina!
27-12-2023
Dopo 5 edizioni consecutive di successo della nostra Justlex Golf Cup, è con grande piacere che il Team Justlex annuncia le date delle tappe 2023 in occasione della 6ª edizione di questo straordinario torneo!
Le date del torneo sono le seguenti:
I TAPPA JUSTLEX CUP
MERCOLEDÌ 26/04
KIKUOKA COUNTRY CLUB
II TAPPA JUSTLEX CUP
MARTEDÌ 02/05
GOLF DE LUXEMBOURG – JUNGLINSTER
III TAPPA JUSTLEX CUP
MARTEDÌ 16/05
GOLF-CLUB GRAND DUCAL
IV TAPPA JUSTLEX CUP
MARTEDÌ 30/05
KIKUOKA COUNTRY CLUB
VI TAPPA JUSTLEX CUP
MARTEDÌ 20/06
GOLF & COUNTRY CLUB CHRISTNACH
VII TAPPA JUSTLEX CUP
MARTEDÌ 04/07
GOLF DE PREISCH
3 CLUBS COMPETITION /
VIII TAPPA JUSTLEX CUP
MERCOLEDÌ 19/07
KIKUOKA COUNTRY CLUB
LORRAINE CUP /
IX TAPPA JUSTLEX CUP – BACK 9
VENERDÌ 01/09
DOMAINE DE LA GRANGE AUX ORMES
X TAPPA JUSTLEX CUP
MERCOLEDÌ 06/09
KIKUOKA COUNTRY CLUB
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ULTIMI ARTICOLI
Approfondimenti legislativi e giurisprudenzali
La tutela del consumatore secondo la CGUE. La prassi dei Tribunali dopo tre mesi dalla pronuncia della Suprema Corte di Cassazione a Sezioni Unite n. 99479 del 6 aprile 2023.
Rilievi operativi.
A cura di Lugi Ricca, 10 luglio 2023
La Corte di Giustizia dell’UE, con diverse pronunce1, ha stabilito che gli artt. 6 e 7 della direttiva 93/13/CEE del Consiglio del 5 aprile 1993 (concernente la tutela del consumatore) si pongono in contrasto con la nostra normativa nazionale secondo la quale, in presenza di un decreto ingiuntivo non opposto dal debitore/consumatore e, quindi, passato in giudicato, è precluso ogni successivo esame d’ufficio inerente all’eventuale carattere abusivo delle clausole contrattuali.
Sino all’intervento delle Sezioni Unite, di cui si dirà in seguito, era noto, infatti, come nel nostro ordinamento l’autorità di cosa giudicata del decreto ingiuntivo coprisse implicitamente la validità delle clausole del contratto al consumo che ne è alla base, anche se il giudice non avesse verificato il loro carattere abusivo.
Secondo la CGUE, invece, l’acquisizione dell’autorità di cosa giudicata di un decreto ingiuntivo privo di motivazione in merito all’eventuale carattere abusivo delle clausole contrattuali mortificherebbe la tutela del consumatore, non potendosi in tal caso stabilire se tale valutazione sia stata concretamente svolta dal giudice.
Dunque, sulla scorta di tale ragionamento, il decreto ingiuntivo non opposto potrà acquisire l’autorità di cosa giudicata solo se il giudice del monitorio abbia dato atto in motivazione di aver esaminato il contratto sotteso alla ragione di credito, escludendo la presenza di profili di abusività. Di converso, se il giudice del monitorio niente abbia motivato sul punto, la mancata opposizione al decreto da parte del debitore non precluderebbe un riesame successivo.
Ebbene, con la sentenza n. 99479/2023, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite, nell’esercizio della sua funzione nomofilattica, ha indicato le modalità con le quali armonizzare il nostro ordinamento processuale alle decisioni della CGUE, le quali – ricordiamo – costituiscono fonti di diritto eurounitario e, come tali, sono sovraordinate al nostro ordinamento e direttamente vincolanti, ai sensi degli stessi artt. 11 e 117 Costituzione, così come chiarito dalla nostra Corte costituzionale2.
In tale ottica, la Suprema Corte ha provveduto, quindi, a delineare fase per fase – monitoria, esecutiva e di opposizione – gli strumenti e gli obblighi a cui sono tenuti i giudici nazionali per rispettare le regole comunitarie3.
Ciò posto, il presente contributo si pone l’obiettivo di offrire una panoramica di come i diversi uffici dei Giudici di Pace e dei Tribunali nazionali si stiano orientando alla luce della citata pronuncia, approfittando dello sguardo privilegiato di cui gode il nostro Studio, attivo nel settore del recupero del credito su tutto il territorio nazionale per conto di un noto operatore nel mercato dei crediti deteriorati (cosiddetti non performing loans).
A distanza di circa tre mesi dalla pronuncia in parola, rileviamo che diversi giudici del monitorio si sono immediatamente adeguati alle indicazioni della Suprema Corte, dando atto nella parte motiva del decreto, spesso utilizzando frasi standardizzate, di aver esaminato l’eventuale carattere abusivo delle clausole contrattuali, con l’avviso che in mancanza di opposizione il debitore consumatore non potrà più far valere tale eccezione e il decreto non opposto diventerà irrevocabile.
In un’ottica futura, quindi, se nelle prassi giudiziarie entrerà l’uso di utilizzare una formula ad hoc da inserire in ogni decreto ingiuntivo a conferma dell’avvenuto controllo (formula che gli stessi avvocati potrebbero ben indicare al giudice nella redazione dei ricorsi), sarà molto difficile che insorgano problematiche interpretative.
Invero, le maggiori problematiche ad oggi riscontrate sono quelle relative al merito delle richieste di integrazione documentale, che al momento sono le più disparate e variano da giudice a giudice.
1 CGUE, 17 maggio 2022, (cause riunite C-693/19 e C-831/19, causa C-725/19, causa C-600/19 e causa C-869/19)
2 Corte costituzionale 22 dicembre 2022 n. 263
3 Cassazione a Sezioni Unite n. 99479/2023 (cfr. dispositivo della sentenza)
Queste, difatti, spaziano da richieste generiche inerenti al rispetto del foro del consumatore a richieste più specifiche in merito alle clausole contrattuali.
In particolare, confrontando le richieste pervenuteci dai Giudici di Pace a dai Tribunali di tutto il territorio nazionale, è possibile redigere un primo elenco non esaustivo:
produrre copia leggibile del contratto e delle condizioni generali;
indicare se il resistente assuma la qualifica di consumatore ai sensi dell’art. 3 co. 1 lett. a) del D.lgs. 206/05, avendo stipulato il contratto per scopi estranei alla propria attività imprenditoriale, commerciale, professionale eventualmente svolta (in caso di fideiussore/garante producendo visura camerale della società garantita);
chiarire come è regolamentata la competenza per territorio delle eventuali controversie e se sia prevista deroga al foro del consumatore;
indicare come sono stati pattuiti gli interessi moratori, specificando espressamente il tasso soglia cd. di mora (ovvero calcolato tenendo conto della maggiorazione statistica ex SSUU n. 19597/20) relativo alla data di conclusione del contratto;
indicare la somma capitale e delle somme invece chieste a titolo di interessi, suddividendo gli interessi tra corrispettivi e moratori;
indicare auspicabilmente a mezzo tabella il rispetto del tasso soglia antiusura con riguardo sia agli interessi corrispettivi che con riguardo agli interessi moratori;
specificare la presenza in contratto di eventuali penali aggiuntive per caso di ritardo e/o risoluzione del contratto, con espressa menzione della loro misura e dell’effettiva applicazione nel caso concreto;
depositare una analitica relazione, che, previa analisi delle singole clausole contrattuali, indichi espressamente le ragioni della compatibilità delle clausole contrattuali stipulate con la disciplina del diritto dei consumatori.
In tale contesto, quindi, appare piuttosto evidente di come allo stato non esista uniformità di vedute da parte dei giudici, tale da poter parlare di consolidato orientamento. Anzi, alcune richieste di integrazione, come quella di depositare una vera e propria relazione in merito ad ogni singola clausola contrattuale (alla stregua di una consulenza tecnica di parte), a sommesso parere dello scrivente fa venir meno il carattere sommario del procedimento monitorio.
Detto ciò, passiamo ora ad esaminare la fase esecutiva, della quale prenderemo in considerazione soltanto i punti inerenti al controllo che deve eseguire il giudice dell’esecuzione nel caso in cui non vi sia stato, nella fase monitoria, un preventivo vaglio in ordine all’eventuale presenza di clausole abusive, tralasciano quindi l’ipotesi di una opposizione tardiva ex art. 650 c.p.c. non avendo al momento a disposizione alcun dato pratico tale da delineare una casistica.
Il giudice dell’esecuzione4:
in assenza di motivazione del decreto ingiuntivo in riferimento al profilo dell’abusività delle clausole, ha il dovere – da esercitarsi sino al momento della vendita o dell’assegnazione del bene o del credito – di controllare la presenza di eventuali clausole abusive che abbiano effetti sull’esistenza e/o sull’entità del credito oggetto del decreto ingiuntivo;
ove tale controllo non sia possibile in base agli elementi di diritto e fatto già in atti, dovrà provvedere, nelle forme proprie del processo esecutivo, ad una sommaria istruttoria funzionale a tal fine;
dell’esito di tale controllo sull’eventuale carattere abusivo delle clausole – sia positivo, che negativo – informerà le parti e avviserà il debitore esecutato che entro 40 giorni può proporre opposizione a decreto ingiuntivo ai sensi dell‘art. 650 c.p.c. per fare accertare (solo ed esclusivamente) l’eventuale abusività delle clausole, con effetti sull’emesso decreto ingiuntivo;
4 Così la sentenza, pag. 41
In generale, ad oggi, i giudici delle esecuzioni nel mettere in pratica i dettami della Suprema Corte, dispongono un primo rinvio con richiesta di deposito del contratto posto alla base del decreto ingiuntivo unitamente a note esplicative inerenti l’eventuale carattere abusivo delle clausole.
Anche qui, però, non vi è uniformità di vedute da parte dei giudici; vi sono infatti, magistrati che chiedono solo il deposito del contratto; altri brevi note generiche; altri ancora il deposito di note che prendano in esame ogni singola clausola contrattuale; infine, vi sono molti giudici che si riservano (attendendo -forse- una linea interpretativa univoca da seguire).
Ebbene, all’esito di tale esame, sia esso positivo che negativo, non avendo il giudice dell’esecuzione poteri accertativi, viene fissata una nuova udienza con avviso al debitore che entro 40 giorni può proporre opposizione a decreto ingiuntivo, ai sensi dell’art. 650 c.p.c., esclusivamente ai fini dell’accertamento della eventuale abusività delle clausole da parte del giudice di cognizione, con effetti sull’emesso decreto.
A tale ultimo riguardo, segnaliamo che alcuni Tribunali onerano le cancellerie a procedere con la notifica di detto avviso al debitore, come del resto può desumersi dalla sentenza in parola, mentre altri onerano il creditore procedente, con ulteriore aggravio sia in termini di cost i che in termini di lungaggini processuali in danno di questi.
In ultimo, ma non per importanza, segnaliamo la prassi di alcuni Tribunali che ritengono inammissibili gli interventi non titolati ex art. 499 c.p.c. fondati su contratti al consumo, in quanto tale tipo di intervento non assicurerebbe la piena tutela del consumatore alla stregua dei principi eurocomunitari.
Orbene, secondo tale tesi (ad oggi, fatta propria da pochi Tribunali), difettando in tali casi un titolo, al giudice dell’esecuzione non sarebbe consentito concedere al debitore i termini per promuovere opposizione tardiva ex art. 650 c.p.c., strumento processuale che ha come necessario presupposto proprio la presenza di un titolo. Ne consegue, secondo l’orientamento in parola, il venir meno di ogni possibilità di tutela del debitore avverso la ipotetica abusività/vessatorietà delle clausole contenute nel contratto, natura accertabile unicamente dal giudice di cognizione ma non da quello dell’esecuzione.
Da qui deriverebbe, in definitiva, la vanificazione dello sforzo interpretativo effettuato dalle Sezioni Unite ai fini dell’adeguamento del nostro ordinamento a quello europeo.
A tal proposito, si riporta un passo contenuto in un verbale di udienza relativo ad un procedimento di espropriazione presso terzi dove con la presenza di un creditore inteveniente sine titulo:
In conclusione, ed a modesto avviso di chi scrive, la Suprema Corte, in virtù della richiamata funzione nomofilattica, non avrebbe potuto far altro che adeguarsi al dictum della CGUE, stante la posizione di debolezza del consumatore ma, in parallelo, sono accresciuti gli incombenti – anche in termini di costi da sostenere – a danno dei creditori che altrettanto necessitano di tutela.
Ma non solo: “se non vi è preclusione da giudicato per il consumatore, perché dovrebbe esserci per altri soggetti deboli?”; ed ancora, “perché l’assenza della preclusione da giudicato deve ritenersi operante per le clausole abusive in contrasto con il diritto dei consumatori e non per tutte le clausole vessatorie o abusive5”?
In tale panorama, parrebbe necessario un periodo di rodaggio per tutti gli operatori del diritto al fine di armonizzare e tutelare al meglio ed allo stesso modo i contrapposti interessi in gioco ma, allo stesso tempo, sarebbe auspicabile una nuova pronuncia della Suprema Corte o meglio ancora del Legislatore, al fine di chiarire i molti punti interpretativi rimasti oscuri.
5 Scarselli, La tutela del consumatore secondo la CGUE e secondo le Sezioni unite, e lo stato di diritto secondo la civil law in www.judicium.it; De Stefano, il decreto ingiuntivo contro il consumatore dopo la sentenza della CGUE in www.giustiziainsieme.it;
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General Data Protection Regulation (GDPR)
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EU black list gets updated: the addition of Russia and restrictive measures in place
- Post author By admin
- Post date May 19, 2023
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On 14 February 2023, the Council of the European Union published an updated list of non-cooperative jurisdictions for tax purposes (“EU Black List”). The list was first created and published on 5 December 2017 by the Code of Conduct Group (Business Taxation) commissioned by the Council, and each year revisions are implemented by adding new (non-compliant) and withdrawing old (compliant) jurisdictions that appear on it.
EU Black List
The following 4 countries have now been added to the EU Black List: British Virgin Islands, Costa Rica, Marshall Islands and Russia.
The Black List now contains 16 jurisdictions considered to have harmful tax practices and unsafe: America Samoa; Anguilla; Bahamas; British Virgin Island; Costa Rica; Fiji; Guam; Marshall Island; Palau; Panama; Russia; Samoa; Trinidad and Tobago; Turks and Tobago Island; US Virgin Island; and Vanuatu.
Russia included in the EU Black List
It is ironic, but the Russian so called “de-offshorisation” measures (basically, measures against capital flight from Russia) resulted in the country itself being included in the EU Black List.
On August 3, 2018, special administrative regions (SARs) were created in Russia. The purpose of the SARs was to establish favourable conditions for direct foreign investments, making it possible to establish international funds and inviting the capital to return to the country. The state revenues from the economic activity in the SARs were to be used for infrastructure development of the 2 Russia’s geographically most remote regions where the SARs were established (Kaliningrad, Russia’s European exclave, and Russkiy Island in Primorsky Krai (Vladivistok) in the Far East of the country).
Before 2018 no re-domiciliation to Russia of companies established outside of the country had been possible. From 2018, the change of nationality for companies from FATF countries became an option, if they wanted to transfer their domicile to Russia.
The SARs regime inter alia provides for exemption of taxation of dividends and capital gains under certain conditions, if such dividends and capital gains are received from countries with comparable corporate income tax rate (i.e. not from tax havens). It offers reduced withholding tax on dividends paid out to foreign parent companies under certain conditions (companies from countries with comparable corporate income tax rate (i.e. not from tax havens). So, arguably tax reductions and exemptions offered by the SARs are comparable to existing world practices, including Luxembourg.
Until 2022, Russia and the EU had been in discussions and exchanged information on the SARs regime, certain recommendations has been implemented, but the dialogue between the EU and Russia came to a standstill after the events in Ukraine. The Code of Conduct Group made its final assessment of this regime and considered it a harmful tax practice.
The inclusion of the country in the EU Black List certainly has implications on the Luxembourg business, which had, and may still have, ties with Russia, but also on the Russian business in and with Luxembourg, but also on any capital stemming from Russia or having any Russian nexus. Luxembourg authorities and businesses obviously have to adapt correspondingly.
EU defensive measures
In the fight against tax fraud, evasion and abuse, the European Council’s intention is to encourage the non-cooperative countries to improve their legal framework, to be cooperative in tax matters and to align their tax practices with those of the EU countries.
The countries reached common ground – they shall apply at least one of the administrative measures:
- reinforced monitoring of transactions;
- increased risk audits for taxpayers who benefit from listed regimes;
- increased risk audits for taxpayers who use tax schemes involving listed regimes.
As of 1 January 2021, EU member states also committed to apply at least one of the following legislative measures in respect of the blacklisted countries:
- non-deductibility of costs incurred in a listed jurisdiction;
- controlled foreign company (CFC) rules, to limit artificial deferral of tax to offshore, low-taxed entities;
- withholding tax measures (WHT), to tackle improper exemptions or refunds;
- limitation of the participation exemption on shareholder dividends.
The inclusion in the EU Black List is also relevant to whether a cross-border tax arrangements is reportable under DAC 6 as falling under category C Hallmark.
From 2024, it will also be relevant to EU country-by-country reporting as separate reporting for each jurisdiction on the black list will be required.
Measures introduced in Luxembourg
In 2018, the Grand Duchy obliged corporate taxpayers to declare in their corporate tax returns whether they have entered into transactions with related parties located in blacklisted jurisdictions.
In 2021, Luxembourg passed the law introducing defensive measures in respect of countries listed in the EU Black List. Under certain conditions, the deductibility for corporate income tax purposes of interest and royalties paid out by Luxembourg companies to associated companies from the EU blacklisted countries is denied. The provision applies to interest and royalties accrued, irrespective of whether they were paid or are outstanding.
However, the law offers Luxembourg taxpayers a possibility to demonstrate that the transaction giving rise to royalties and interest is made for valid economic reasons which reflect economic reality, i.e. the GAAR main purpose test shall apply. This suggests that the tax advantage should not be the main purpose of the transaction, and the taxpayer should have real economic reasons for the transaction to be allowed a deduction.
In May 2022, a Circular was issued by the Luxembourg Direct Tax Administration in clarifying aspects of the application of the above measures, in particular:
- The rules apply to interest and royalties owed to collective undertakings within the meaning of article 159 Luxembourg income tax law. In principle, the rules shall not apply to distributions to partnerships, trusts and individuals;
- The rules apply to interest and royalties accrued after 1 March 2021;
- The valid economic reasons must be genuine and economically relevant. The taxpayer may request a tax ruling in this respect in order to get certainty of treatment of the transaction by the Luxembourg tax authorities.
- If the interest deduction is denied under the Law introducing defensive rules, the interest limitation rule shall not apply.
There are other measures introduced in Luxembourg and on the EU level with an aim of fighting tax avoidance and evasion. For example, controlled foreign company rules exist in Luxembourg since 1 January 2019, in furtherance of the European Union (EU) Anti-Tax Avoidance Directive (ATAD). These rules target to tax income of CFCs arising from non-genuine arrangements that have been put in place for the essential purpose of obtaining a tax advantage. CFCs are typically companies existing in the low tax jurisdictions with effective tax rate lower than 50% percent of the corporate income tax payable in Luxembourg, and most (if not all) of the countries on the Black List are normally referred to as tax havens with low or no taxation.
For European companies, transactions with counterparties from the EU Black List and generally those registered and existing in the countries considered as tax havens require care and proper analysis. Feel free to contact us for more information, legal and advice.
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In response to the decision of the Court of Justice of the European Union (Grand Chamber) of November 22, 2022, in joined cases C 37/20 and C 601/20, invalidating the provision of Directives 2018/843 of the European Parliament and of the Council of 30 May 2018 on the prevention of the use of the financial system for the purpose of money laundering or terrorist financing and public access to the Register of Beneficiaries (the “RBE“), via the LBR’s website, has been suspended as of 22 November 2022 by the Luxembourg Business Registers (the “LBR”).
As a consequence, the professionals within the meaning of Article 2 (Scope) (the “Professionals”) of the amended act of 12 November 2004 on the fight against money laundering and terrorist financing (the “2004 Law”) have no longer access to the RBE at the moment.
In order to remedy this situation and to reopen access to these professionals on the LBR’s website, the LBR set up a new procedure in order to access to the RBE for the Professionals.
To access the RBE, the professionals will have to (i) meet the following prerequisites and (ii) complete the below documents:
I. Prerequisites
- Be a professional within the meaning of Article 2 (Scope) of the 2004 Law;
- Hold a product issued by Luxtrust SA (i.e. smart card, token, signing stick, Luxembourgish eID, LuxTrust scan or LuxTrust mobile); and
- Execute the agreement (Convention relative à l’accès a la consultation au registre des bénéficiaires effectifs) (the “Agreement“). The Agreement will lead to the creation of an account with LBR, allowing the professional to be identified as such by LBR, when connecting to the website and to designate internal users, via an application dedicated to user management
- Execute the Agreement’s annex (Annexe technique à la convention relative à l’accès à la consultation au Registre des bénéficiaires effectifs) (the “Annex“) with the LBR.
II. Documents
List of documents:
In order to ensure that your application is processed in a timely manner, it is strongly recommended that you complete and sign the application form and attachment electronically.
It is important to note that the LBR will not process with incomplete applications and will return them in their entirety to the applicant.
III. Procedure
- Fill out the prerequisites;
- Log on to the LBR’s website and download the Agreement and its Annex;
- Execute electronically or by hand the Agreement and its Annex;
- Email the executed Agreement and its Annex to LBR at Access_rbe@lbr.lu
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Administrative dissolution without liquidation of companies
- Post author By admin
- Post date May 18, 2023
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New Luxembourg Law on administrative dissolution without liquidation of companies
A new Law of 28 October 2022 on administrative dissolution without liquidation (“Law”) has been recently passed by the Luxembourg legislator and will enter into force on 1 February 2023. The Law introduces a new procedure allowing the dissolution of inactive companies which meet certain criteria by an administrative decision only, i.e. outside of the judicial dissolution and liquidation.
Companies concerned
A company may be dissolved within the administrative procedure, if it meets the following criteria:
– it pursues activities in breach of criminal law or it seriously infringes provisions of the Commercial Code or the laws governing commercial companies, including laws governing authorisations to do business (e.g., it has no registered office, it has failed to file annual accounts, its management has resigned with no replacement);
– it has no employees;
– it has no assets.
Dissolution procedure
The procedure will be opened by the administrator of the Luxembourg Trade and Companies Register (“RCS”) at the request of the Public Prosecutor. The decision will be notified to the company at the address registered at the RCS and be published in two Luxembourg newspapers and at RESA (the Luxembourg electronic platform for publication in respect of companies and associations).
The administrator will have to verify whether the concerned company has any assets and employees. For this purpose, and in order to assess the financial and administrative situation of the company, the administrator will send requests to the following entities, institutions and authorities:
– financial institutions, where the company may have bank accounts;
– non-life insurance companies;
– mortgage offices;
– the administration of the cadaster and topography;
– the national automobile traffic company (SNCA);
– the joint social security center (CCSS).
The deadline for response by the above-mentioned entities, institutions and authorities is set at one month. The administrator will inform the Public Prosecutor of the results of the verification.
If all conditions for the administrative dissolution are met, the Public Prosecutor will request the administrator to proceed with the administrative dissolution of the company. Within six months of the publication of the opening of the dissolution procedure, the decision to close the dissolution must be published at RESA, and the company will be automatically dissolved without liquidation.
If one of the conditions is not met, the Public Prosecutor will request the administrator to stop the dissolution. Such decision will also be subject to the publication at RESA.
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Justlex Golf Cup
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Past Updates
30-12-2017
Justlex is the sponsor of the first golf tournament in Luxembourg entirely organised by the Italian community, but open to all amateur golfers irrespective of their nationality, called “Justlex Golf Cup”.
The dates of the tournament are the following:
First Round on 26th April 2018 at the GOLF DE LUXEMBOURG, Junglinster, h 18.00;
Second Round on 31st May 2018 at the KIKUOKA COUNTRY CLUB, Canach, h 18.00;
Third Round on 28th June 2018 at the GOLF DE LUXEMBOURG Junglinster, h 18.00;
Fourth Round on 13th September at the KIKUOKA COUNTRY CLUB, Canach, h 18.00.
18-09-2022
This year marked the end of the fifth Justlex Golf Cup, which brought sportive, enjoyable moments and many successes. On this occasion, we would like to thank all those who, by participating faithfully over all these years, have made the event not only possible but also authentic, as witnessed by your numbers, which have grown from 29 participants in 2018, to 67 golfers in 2022.
As usual, all participants and interested parties can find the attached scores at the bottom of this page!
27-12-2022
After 5 consecutive successful editions of our Justlex Golf Cup, it is with great pleasure that the Justlex Team announces the 2023 fixtures for the 6th edition of this amazing tournament!
The dates of the tournament are the following:
STAGE I JUSTLEX CUP
WEDNESDAY 26/04
KIKUOKA COUNTRY CLUB
STAGE II JUSTLEX CUP
TUESDAY 02/05
GOLF DE LUXEMBOURG – JUNGLINSTER
STAGE III JUSTLEX CUP
TUESDAY 16/05
GOLF-CLUB GRAND DUCAL
STAGE IV JUSTLEX CUP
TUESDAY 30/05
KIKUOKA COUNTRY CLUB
STAGE VI JUSTLEX CUP
TUESDAY 20/06
GOLF & COUNTRY CLUB CHRISTNACH
STAGE VII JUSTLEX CUP
TUESDAY 04/07
GOLF DE PREISCH
3 CLUBS COMPETITION /
STAGE VIII JUSTLEX CUP
WEDNESDAY 19/07
KIKUOKA COUNTRY CLUB
LORRAINE CUP /
STAGE IX JUSTLEX CUP – BACK 9
FRIDAY 01/09
DOMAINE DE LA GRANGE AUX ORMES
STAGE X JUSTLEX CUP
WEDNESDAY 06/09
KIKUOKA COUNTRY CLUB
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